La teoria dei contratti sociali integrativi è una teoria dell'etica degli affari, originata da Thomas Donaldson e Thomas Dunfee, ed è fortemente influenzata dalle teorie dei contratti sociali di filosofi politici come Thomas Locke e John Rawls. L'obiettivo della Teoria dei Contratti Sociali Integrativi è fornire un quadro in base al quale le decisioni gestionali e aziendali possano essere prese in relazione al loro impatto su comunità rilevanti, norme etiche e possibili standard morali universali.
Contratto macrosociale
Basandosi sulla teoria del contratto sociale, la teoria dei contratti sociali integrativi ritiene che gli appaltatori globali razionali - aziende, individui e altri attori economici - stipulino un contratto ipotetico che stabilisce norme e standard. Tuttavia, al posto della politica e della governance, questo contratto riguarda norme normative che influenzano gli affari economici e commerciali. Queste norme non devono entrare in conflitto troppo con norme culturali o religiose divergenti. Mentre la situazione ipotetica in questa teoria è che gli attori formano questo contratto consapevolmente, in realtà questo processo è più probabile che avvenga implicitamente, come nella teoria dei contratti sociali, dove il consenso senza coercizione è il fattore determinante per stabilire se una norma o un valore è o meno costitutivo.
Hypernorms
Questo termine è usato per riferirsi a principi morali universali che sono i limiti dell'azione accettabile. Gli ipernormi sono ampi, fondamentali e comprendono tutti gli attori ovunque, servendo come un ultimo orizzonte che determina ciò che è e non è etico per gli esseri umani e le entità aziendali. Perché un'azione sia etica sotto la teoria dei contratti sociali, deve allinearsi a tali ipernormi.
Contratti microsociali
I contratti di microsocial sono accordi meno diffusi e meno onnicomprensivi raggiunti tra agenti all'interno di piccole imprese o comunità economiche - quali, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, le singole industrie - ed esistono come substrato di contratti esistenti nell'ambito del contratto macrosociale. Producono norme che sono governate da norme e valori generalmente accettati da una comunità. Per essere considerati legittimi dalla teoria del contratto sociale integrativo, essi non devono discostarsi dagli ipernormi determinati in parte dal contratto macrosociale.
Metodologia
La teoria dei contratti sociali integrativi fornisce un metodo libero per prendere decisioni etiche. Innanzitutto, è necessario identificare tutte le comunità che saranno interessate dalla decisione. Quindi, è necessario identificare le norme con cui tali comunità si conformano liberamente. Queste norme non devono entrare in conflitto con standard morali più ampi che sono considerati universalmente applicabili a tutti, come ipernormi. Infine, se permangono conflitti, dare la priorità a norme che sono più pervasive, coerenti e coerenti nel quadro del contratto macrosociale. Questo metodo teoricamente permetterebbe ai decisori di agire in conformità con un insieme accettabile di valori, pratiche e norme.
Critica
Critiche ai contratti sociali integrativi La teoria si concentra spesso sul concetto di ipernormità. È discutibile che esistano effettivamente norme morali "universali", come debbano essere determinati tali standard e se siano variabili nel tempo e tra culture diverse. Inoltre, la metodologia implementata dalla teoria dei contratti sociali integrativi richiederebbe un qualche tipo di calcolo morale, che alcuni teorici etici hanno rifiutato. Infine, alcuni sostengono che l'unico impegno di una società o di un dirigente è di massimizzare i profitti per gli azionisti o di servire i propri interessi personali, e quindi qualsiasi tipo di etica aziendale che va al di là di queste minime lealtà è obsoleta.